Data visualization

Design thinking applicato al dashboard design

Avete già sentito parlare di Design Thinking ma non sapete bene in che cosa consiste? E che cosa ha a che fare con il dashboard design? Con ordine proviamo a dare qualche risposta a queste domande.

Il termine Design Thinking, che viene coniato nel contesto di Stanford intorno agli anni 2000, fa riferimento ad un modello progettuale utilizzato per risolvere problemi complessi impiegando una visione e una gestione creative, che consente a tutte le persone coinvolte nel processo di contribuire alle soluzioni. È considerato un approccio democratico capace di mobilitare tutte le risorse aziendali in quanto è centrato sulla persona e sulla sua capacità di sviluppare un pensiero sia come soggetto ideatore sia come destinatario del progetto.

Il Design Thinking deve il suo nome al fatto di essere basato sui principi del design strategico. Il processo e gli strumenti sono inspirati a quelli adottati dai designer per lo sviluppo di idee creative, la loro selezione e verifica. Questa metodologia aumenta la capacità delle organizzazioni di prendere decisioni strategiche efficaci e redditizie, creando condivisione e “benessere” per tutti i suoi stakeholder, interni ed esterni.

A livello di contenuti, l’obiettivo del Design Thinking è quello di identificare una soluzione innovativa ad un problema, che soddisfi 3 criteri fondamentali: gradimento (del mercato o degli attori), fattibilità e redditività o sostenibilità economica.

Il metodo del Design Thinking promuove un processo di progettazione che, pur con diverse varianti, prevede alcuni passaggi fondamentali. Una codifica proposta nel 2005 da David Kelley propone questi 5 passaggi:

  1. Empatizzare: imparare a conoscere l’utenza per poter identificare il problema da risolvere e di conseguenza l’obiettivo del progetto
  2. Definire: focalizzare l’attenzione sui problemi più importanti da risolvere, definendo dati e attori chiave
  3. Ideare: generare un grande volume di idee intorno al problema da risolvere, per analizzare e ricercare le opportunità
  4. Prototipare: trasformare le idee in bozze e prototipi per validare le ipotesi internamente
  5. Testare: realizzare il prodotto/servizio per testarlo nel suo contesto

Il processo non è lineare ma ricorsivo: in base all’esito delle fasi di prototipazione e test, è possibile che sia necessario ritornare ai passi precedenti per delle ulteriori verifiche. Nei vari passaggi vengono portate in campo molte idee, soprattutto nelle fasi iniziali, in modo da selezionare le migliori. Uno strumento tipico è quello delle sessioni di brainstorming, il cui obiettivo è soprattutto quello di far emergere le esigenze “umane” che normalmente vengono meno considerate. Per arrivare a questo risultato, è importante che il team di lavoro sia composto da diverse funzioni interne all’organizzazione, scelte in base alla natura del progetto, ed eventuali attori chiave esterni, come clienti, fornitori, partner, ecc., guidati da un project leader.

Il design thinking è molto utilizzato nella progettazione per il lancio di startup, per la realizzazione e distribuzione di prodotti e servizi innovativi, nella formazione e nella consulenza strategica, ma non solo. In generale è un ottimo metodo per la progettazione di prodotti digitali, in quanto tiene in considerazione diversi attori e porta ad una migliore progettazione dell’esperienza dell’utente. In che modo possiamo applicare questa metodologia nella creazione di una dashboard? Vediamo insieme come declinare le 5 fasi del metodo.

1: Empatizzare per definire l’utenza e i bisogni

Il punto di partenza per la progettazione di qualsiasi prodotto digitale, e quindi anche di una dashboard, è conoscere l’utenza per la quale stiamo progettando. Nello specifico, questo significa comprenderne i bisogni e focalizzare su di essi l’obiettivo del progetto. Quindi iniziamo con la fase di empatia ponendoci una serie di domande che vanno dal generico allo specifico, come una cascata:

  • chi saranno gli utenti della dashboard?
  • perché hanno bisogno di questa dashboard?
  • quali sono i macro obiettivi della dashboard? (ad esempio, monitorare le vendite)
  • quali sono i micro obiettivi della dashboard? (ad esempio, monitorare alcuni prodotti in uno specifico periodo)
  • che cosa è importante tracciare per avere sia i micro che i macro obiettivi sotto controllo?
  • che dettaglio è interessante per gli utenti?
  • come vorranno visualizzare la dashboard?
  • che interazioni vorranno avere con la dashboard?

Si può ampliare la lista fino a quando non avremo raccolto le informazioni necessarie a capire quali sono i KPIs, le analisi e le funzionalità che dovranno essere presenti nella dashboard per rispondere ai bisogni degli utenti.

2: Definire gli elementi fondamentali

Una volta compresa l’utenza e i bisogni che derivano da essa, andiamo a definire la priorità delle analisi e delle funzionalità che abbiamo elencato. Una dashboard non può raccogliere tutte le visualizzazioni o i KPIs possibili, perché il sovraccarico di elementi ne penalizzerebbe l’utilizzo stesso (ricordatevi sempre del carico cognitivo!).

Un passaggio necessario è quindi quello della selezione in base a due parametri: importanza e fattibilità. Un buon metodo per valutare questi due aspetti è quello di elencare le analisi e le funzionalità indicate ed assegnare ad ognuna di loro un punteggio da 1 a 5 sia per quanto riguarda l’importanza sia per la fattibilità. Questi punteggi possono essere poi visualizzati su uno scatterplot per meglio comprendere i rapporti tra questi due parametri caso per caso. Sarà importante concentrarsi sugli elementi importanti ma soprattutto con un livello di fattibilità maggiore rispetto ad altri.

3: Ideare e ricercare opportunità

Definite le analisi e le funzionalità che faranno parte della dashboard, possiamo passare alla fase di ideazione. Questo è il momento in cui ci si concentra su quali grafici serviranno per poter rispondere alle richieste definite nel passaggio precedente e quale layout le può presentare nella maniera migliore. In questa fase è fondamentale ragionare tenendo bene a mente i principi della data visualization. L’utilizzo del brainstorming consente di raccogliere tutte le idee per poi valutarle in base ad alcune domande:

  • Quale grafico fa leggere l’informazione in modo più veloce e corretto?
  • Quali informazioni devono emergere maggiormente?
  • Quale disposizione degli elementi consente una lettura chiara delle visualizzazioni?
  • Quali elementi di interazione devono essere presenti?

Al termine di questa fase avremo a disposizione il pacchetto di visualizzazioni da inserire nella dashboard ordinate in base alla loro importanza, oltre agli elementi di layout necessari per garantire le funzionalità richieste alla dashboard.

4: Prototipare creando un primo mockup

Il passaggio alla prototipazione consente di mettere insieme tutte le parti create e studiate finora: è arrivato il momento di costruire il primo mockup! Un mockup o prototipo consente di riprodurre la dashboard nel suo aspetto finale o in una versione semplificata allo scopo di testare internamente il suo funzionamento. I grafici prendono forma e assumono una posizione nella dashboard; anche l’area della dashboard prende forma, definendo la posizione dell’intestazione, del piè pagina, dei widget; vengono posizionati bottoni, filtri, barre di navigazione e altri strumenti di interazione. Questo consente al gruppo di lavoro di verificare le idee precedentemente elaborate.

I mockup possono essere di due tipologie: low fidelity, ovvero uno schema della dashboard senza considerare gli elementi di UI design (colore, font, icone,…), oppure high fidelity, dove viene realizzata una riproduzione fedele del risultato finale. In entrambi i casi lo scopo sarà quello fare un primo test, prima interno e poi anche condiviso con il gruppo di lavoro più ampio, prima di passare allo sviluppo della dashboard con un software BI.

5: Testare la dashboard con l’utenza

L’ultimo passaggio è quello del test con l’utenza. Se il primo test con il prototipo è stato superato, è possibile passare alla costruzione della dashboard vera e propria tramite l’utilizzo di un software di BI. Il risultato sarà a questo punto “reale” e consentirà di passare alla fase di test finale per la verifica esterna, soprattutto con il gruppo di utenti che utilizzerà il prodotto. Una volta superato il test, la vostra dashboard sarà pronta per essere utilizzata!

Hai letto gli altri articoli sulla data visualization con Tableau e commentato le nostre visual stories? Puoi recuperarli qui! E soprattutto puoi vedere tutte le viz anche sul nostro profilo Twitter.