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I responsabili del cambiamento climatico al COP26: un’analisi in Tableau

In questi giorni a Glasgow in Scozia si sta tenendo la ventiseiesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, conosciuta anche come COP26, in cui i leader mondiali cercheranno di decidere quali azioni comuni intraprendere per fermare il cambiamento climatico.

Come cambiano le temperature

Per vedere l’impatto del cambiamento climatico sul nostro pianeta, si può guardare alle anomalie delle temperature calcolate a partire dalla combinazione della temperatura dell’aria terrestre e dell’acqua superficiale e date come deviazione dalla media 1951 – 1980.

Si può vedere che, se tra fine Ottocento e inizio Novecento le temperature non presentavano particolari anomalie e c’era una certa stabilità, a partire dagli anni ’80 si è registrato un costante rialzo delle temperature. Nel 2020 abbiamo il dato peggiore, con un’anomalia pari a +1,02 °C.

 

 

Ma quali sono i Paesi che emettono più anidride carbonica?

Utilizzando i dati di Our World in Data, un progetto dell’Università di Oxford, possiamo visualizzare l’andamento delle emissioni nel tempo e cercare di capire quali Paesi sono in cima alla lista.

Il primo grafico ci mostra come a partire da metà ‘800 le emissioni annuali di anidride carbonica siano costantemente aumentate, in particolar modo dopo gli anni ’50 e a inizio 2000. Nel 2019 sono state emesse circa 70.000 milioni di tonnellate di anidride carbonica, di cui 28.700 milioni da carbone, 23.441 milioni dal petrolio, 15.231 milioni da gas e le restanti da cemento e combustione.

 

 

Se guardiamo alle emissioni cumulative dal 1750 al 2019 possiamo vedere che gli Stati Uniti sono responsabili per un quarto del totale di anidride carbonica immessa nel mondo. A seguire, con il 13,7% troviamo la Cina, con il 7,1% la Russia, con il 5,7% la Germania, con il 4,8% il Regno Unito e con il 3,2% l’India. L’Italia è responsabile di 24.380 milioni di tonnellate, pari all’1,5% di quella complessivamente emessa.

I dati cumulativi però nascondono come si sono modificate nel tempo le responsabilità dell’emissione di anidride carbonica. Se guardassimo ai dati cumulativi senza gli ultimi vent’anni vedremmo che gli Stati Uniti sono al 30%, ma la Cina solo al 7,0% e l’India all’1,8%.

 

 

Se infatti osserviamo i dati delle quote annuali di emissioni di anidride carbonica si vede che la proporzione di CO2 emessa dall’Europa scende progressivamente nel tempo. Ora si assesta al 15% di quella mondiale, mentre quella dell’America settentrionale cresce fino al secondo dopo guerra, dove arriva a essere pari al 50%, per poi calare ed essere ora pari al 18%, mentre l’Asia inizia a emettere CO2 solo a fine ‘900, inizia a pesare il 7% delle emissioni totali a metà secolo, il 35% a inizio 2000 e il 55% attualmente. Sud America, Africa e Oceania hanno invece avuto sempre un ruolo minimo.

 

 

In conclusione, si può dire che dell’anidride carbonica emessa negli anni sono responsabili in larga parte l’Europa e il Nord America, ma negli ultimi anni preoccupa la costante crescita di emissioni da parte del continente asiatico.

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