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Violenza contro le donne: un’analisi delle chiamate al 1522

Le scarpe rosse sono diventate ormai in tutto il mondo un simbolo per denunciare le vittime di femminicidio. Elina Chauvet è l’artista che per la prima volta, nell’agosto del 2009, raccolse 33 paia di scarpe, le pitturò di rosso, e le dispose a terra per condannare la piaga dei femminicidi e dare una voce universale al dolore che l’aveva colpita: la morte della sorella, uccisa dal marito a 22 anni.

Fece questa installazione con l’obiettivo di non dimenticare le centinaia di donne uccise negli anni, vittime della violenza di genere. L’iniziativa dell’artista ebbe una grande eco in tutto il mondo. Oggi, infatti, le scarpe rosse sono diventate il simbolo della lotta alla violenza contro le donne, emblema della Giornata internazionale del 25 novembre.

Nonostante la giornata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite inviti i governi e le organizzazioni internazionali ad organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle più gravi violazioni dei diritti umani, la risoluzione del problema sembra ancora molto distante.

Sicuramente è aumentata la consapevolezza sociale riguardo questo fenomeno, ma molto resta ancora da fare.

Per esaminare meglio la situazione abbiamo considerato le informazioni inerenti alle richieste di aiuto italiane al numero di pubblica utilità 1522 contro la violenza sulle donne e lo stalking nel 2021 e nel primo trimestre 2022

Il numero di pubblica utilità è promosso e gestito dal Dipartimento per le Pari Opportunità (DPO) presso la Presidenza del Consiglio. Le informazioni raccolte servono per monitorare il fenomeno della violenza domestica, soprattutto rispetto al trend delle richieste di aiuto.

Il numero è gratuito, garantisce l’anonimato e copre diverse forme di violenza per 24 ore al giorno e in quattro lingue diverse oltre l’italiano (inglese, francese, arabo e spagnolo). Questa helpline fornisce informazioni di primo soccorso in caso di emergenza o indicazioni utili sui servizi e i centri antiviolenza attivi a livello territoriale cui le vittime di violenza, o altri utenti possono rivolgersi.

A seconda della motivazione, le chiamate sono state classificate in chiamate valide che provengono da interlocutori che chiamano per avere informazioni o chiedere supporto per sé stessi o persone che chiamano per altre persone, parte della propria rete amicale e/o parentale.

Nel seguente grafico viene mostrato il flusso di chiamate fatte al 1522 divise per tipologia di utenza e motivazione. Le principali motivazioni sono risultate essere:

  • Richiesta di aiuto vittima di violenza
  • Informazioni sul servizio 1522
  • Informazioni sui Centri antiviolenza nazionali
  • Numeri utili per chiamate fuori target
  • Segnalazione di un caso di violenza

 

Oltre 40.000 chiamate sono state effettuate da utenti che chiamavano per loro stessi, mentre sono state circa 2.000 le chiamate per parenti, amici o conoscenti. In quest’ultimo caso la quasi totalità delle chiamate ha riportato come motivazione la “segnalazione di un caso di violenza”.

Passa il cursore sulle barre per avere maggiori informazioni.

 

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